Oggi con il termine “bigiotteria”, fino a inizio Novecento “bisciutteria”, intendiamo gioielli costruiti con materiali non preziosi, come leghe che imitano l’oro e l’argento, finte perle e cristalli colorati come gli strass che imitano le pietre preziose. 

Detto così non esce una immagine molto lusinghiera della “bisciutteria”, anche se spesso accompagnata da firme di produttori e disegnatori prestigiosi, quasi fosse destinata a restare relegata al ruolo di Cenerentola della gioielleria. 

Tuttavia, ad una analisi storica più attenta, scopriamo che risale a tempi molto antichi. 

Tutte le culture hanno sempre fatto uso di ornamenti come collane, bracciali e anelli e, non avendo sempre a disposizione metalli e pietre preziose, hanno imparato a creare oggetti meno preziosi ma altrettanto belli. 

Gli Egizi erano esperti nella lavorazione di materiali come il vetro di ogni colore per imitare le pietre preziose. 

I Romani furono gli inventori delle cosiddette “perle romane”, perfette imitazioni delle perle naturali. In età rinascimentale questo tipo di arte era equiparato alle arti nobili, come la scultura e la pittura, e artisti come Donatello si dedicarono ad essa. 

Nel Settecento si era creata una nobiltà media che, pur non potendo permettersi gioielli costosi, desiderava ostentare la propria condizione secondo la moda dell’epoca e iniziò a finanziare la produzione di gioielli confezionati con materiali non preziosi ma impeccabili per foggia e gusto. 

Ben presto anche l’alta nobiltà iniziò ad appassionarsi a queste creazioni, particolarmente utili anche durante i viaggi  per non mettere a rischio i propri beni e allo stesso tempo continuare ad ostentare il proprio status sociale. 

Nel Settecento, in tale contesto, dalla Corte di Luigi XV si diffonde a Parigi la lavorazione dello strass, inventato da Georges Frédéric Strass, il gioielliere del Re, che aumentò nei suoi cristalli la percentuale di ossido di piombo, raggiungendo e superando la brillantezza di molte pietre preziose.

Allo stesso tempo si moltiplicarono in tutta Europa gli artigiani “falsificatori”. 

Nell’ Ottocento il gioiello “falso” venne utilizzato solo dalle donne di ceto alto. 

La bisciutteria nel Novecento

Dopo la Grande Guerra le dive del cinema muto e le signore dell’alta società, sempre attente a seguire e a dettare la moda, ne fecero ampio uso. 

In seguito alla Crisi del Ventinove, la produzione di bigiotteria continuò a crescere.

 Durante la Seconda Guerra Mondiale, negli Stati Uniti vigeva il divieto di utilizzare tutti i materiali che potevano essere impiegati nella costruzione di armi. 

Fu proprio in questo periodo che i grandi brand iniziarono a disegnare e produrre la bigiotteria più bella e creativa utilizzando i più svariati materiali consentiti. 

Nella seconda metà del Ventesimo secolo la bigiotteria era sempre più in voga. Essa permetteva ad ogni ceto sociale, soprattutto all’alta borghesia che viveva il miracolo economico, di poter disporre di monili di altissimo livello artistico da esibire in abbinamento con i propri abiti. 

Dopo il conflitto questo settore in espansione fu l’occasione per molti grandi designers europei, come Alfred Philippe per Gustavo Trifari, di trasferirsi negli Stati Uniti e dimostrare tutto il proprio genio creativo con gioielli che si possono considerare vere e proprie opere d’arte.

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Bigiotteria, femminismo e democrazia

L’uso della bigiotteria diventa il simbolo di una progressiva democratizzazione della società e del riscatto del ruolo della donna nella società , il cui prestigio non è più indicato dalla famiglia a cui appartiene che le lascia i gioielli di famiglia, bensì dalle proprie doti, anche di eleganza e creatività.

Il messaggio è che ogni donna ha diritto di sentirsi speciale e lo esprime potendo indossare qualcosa di bello; le donne dei bijoux comprendono che, come loro stesse, la “bellezza” di un gioiello  non dipende affatto  dalla preziosità del suo materiale e quindi dal suo valore economico, è più importante  l’estro creativo di un designer, da lei colto e condiviso, unito all’esperienza degli artigiani in grado di realizzare creazioni artistiche  in ogni dettaglio.

I materiali,  dai costi contenuti, diventano unici e irripetibili.

Contrariamente ai gioielli di famiglia non appartengono più ad epoche passate, ma esprimono il presente di chi le indossa.

In questo contesto di rivoluzione del costume e della società, lavora  la casa di bijoux  Trifari, certamente una delle maggiori protagoniste del tempo.

Il marchio porta oltreoceano tutta l’arte e l’estro creativo del “made in Italy”, ereditato dalla tradizione artigiana partenopea.

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 I monili di alta “bisciutteria” sono il frutto dell’estro di grandi disegnatori che hanno saputo infondere nelle loro creazioni lo spirito e i sogni di un’epoca, le aspettative di una classe sociale che sapeva affrontare tanto la Grande Depressione quanto gli anni ruggenti, tanto due conflitti mondiali quanto il boom economico e i rivoluzionari e difficili anni Settanta. 

Bisciutteria significa quindi, prima di tutto saper esprimere una cultura e un modo di vivere attraverso creazioni che non hanno valore per i loro carati ma per il sogno che accomuna chi li ama.

 

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Costume jewelry, also known as fashion jewelry or fake jewelry, is a type of jewelry that is made using non-precious materials such as base metals, glass, plastic, or synthetic gemstones. Unlike fine jewelry, which is typically made from precious metals and gemstones, costume jewelry is more affordable and accessible to the general public.

The term “costume jewelry” originated in the early 20th century, when this type of jewelry was primarily used as accessories for theatrical costumes. Over time, costume jewelry became popular as a fashion accessory, especially during the mid-20th century when it was often worn as part of everyday outfits.

One of the key advantages of costume jewelry is its affordability. Because it is made using non-precious materials, it can be mass-produced at a lower cost than fine jewelry, making it accessible to a wider range of people. Costume jewelry also offers greater versatility in terms of style and design, as manufacturers can experiment with a wider range of materials and techniques.

Despite its lower cost and non-precious materials, costume jewelry can still be well-crafted and visually striking. Some costume jewelry designers specialize in creating high-quality pieces that mimic the look and feel of fine jewelry, using techniques such as enamelwork, gold plating, and precision stone-cutting.

In recent years, there has been a growing trend toward sustainable and ethical fashion, and many consumers are opting for costume jewelry made from eco-friendly materials such as recycled metals and glass. Some designers are also incorporating ethical practices into their manufacturing processes, such as using fair labor practices and reducing waste.

One of the downsides of costume jewelry is that it may not be as durable as fine jewelry, particularly if it is made using lower-quality materials or techniques. Costume jewelry may also tarnish or discolor over time, especially if it is not stored properly or exposed to moisture or chemicals.

Another issue with costume jewelry is that it may contain harmful chemicals or allergens that can cause skin irritation or allergic reactions in some people. For this reason, it is important to be aware of the materials used in costume jewelry and to choose pieces that are hypoallergenic or free from harmful chemicals.

Despite these challenges, costume jewelry remains a popular and accessible accessory for many people. Whether worn as a statement piece or to complement an outfit, costume jewelry offers a wide range of design options and styles, making it a versatile and affordable fashion accessory.

 

 

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