E GUIDO VERRECCHIA DIVENNE GENE VERRI

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Il disegnatore di gioielli Verrecchia di cui si parla nel mondo del vintage è, in realtà, Gene Verri, nato Guido Verrecchia: uno dei nomi più importanti della bigiotteria americana del Novecento, mente creativa dietro ad alcuni dei capolavori firmati Coro e, più tardi, fondatore della casa Gem-Craft.

Origini italiane e formazione

Guido Verrecchia nasce nel 1911 nel Rhode Island, da una famiglia di origine italiana. Da bambino rientra in Italia, a Filignano, piccolo paese a sud di Roma, per poi tornare negli Stati Uniti da adolescente, dopo la morte prematura della madre.

Negli USA studia arte e design alla Rhode Island School of Design (RISD), una delle scuole più prestigiose per le arti applicate. È qui che affina il senso delle proporzioni, delle superfici metalliche e dell’uso del colore che ritroveremo nei suoi gioielli. In quegli anni americanizza il proprio nome da Guido Verrecchia a Gene Verri, mantenendo però il cognome italiano come firma “nascosta” dietro molte attribuzioni.

L’ingresso in Coro: dagli anni ’30 al ruolo di chief designer

Nel 1933 Verri entra come designer in Coro, gigante del costume jewelry americana con sedi a Providence e New York. In poco tempo diventa la figura creativa centrale della maison: secondo gli studi di riferimento, lavorerà per Coro per oltre trent’anni, fino ai primi anni Sessanta, ricoprendo di fatto il ruolo di chief designer.

Molti dei gioielli più ricercati dalle collezioniste – dalle Duette alle linee più teatrali con smalti e strass – sono oggi attribuiti a lui. Paradossalmente, le sue creazioni non portano quasi mai il suo nome: i brevetti venivano depositati a nome di Adolph Katz, dirigente di Coro, secondo l’uso dell’epoca.

Solo la ricerca successiva, incrociando brevetti, pubblicità e archivi interni, ha riportato alla luce il nome di Verrecchia dietro queste icone.

L’estroso Gene Verri, quale capo disegnatore alla Coro Inc dal 1935 al 1950 con la sua passione e precisione ne rinnovò il look, facendola diventare la prima manifattura d’America. 

Le “Quivering Camellias” e le Duette: gioielli in movimento

Tra i capolavori più noti firmati da Verrecchia per Coro ci sono le celebri “Quivering Camellias”, una serie di gioielli in cui il fiore è montato su piccole molle interne che gli permettono di vibrare con il movimento del corpo. Queste creazioni – collane, bracciali, orecchini e soprattutto le Duette – sono oggi considerate tra le espressioni più alte del costume jewelry anni Trenta e Quaranta.

Le Coro Duette, realizzate spesso su sua progettazione, univano due clip separabili in un unico motivo centrale, indossabile come spilla. Questa soluzione combinava:

  • ingegnosità tecnica (sistema di aggancio e sgancio brevettato),
  • versatilità d’uso (il gioiello diventava due o tre pezzi in uno),
  • forza decorativa: smalti intensi, strass baguette “invisibly set”, foglie verde bottiglia, petali bombati dorati.

Non è un caso che alcuni di questi pezzi, come la Duette con camelie in smalto verde, rosso rubino e pavé di strass, siano oggi classificati con il massimo punteggio nei repertori di bigiotteria americana e compaiano regolarmente nelle aste internazionali.

Fondazione di Gem-Craft: dal designer alla propria maison

Alla fine della Seconda guerra mondiale, forte dell’esperienza maturata, Gene Verrecchia decide di mettersi in proprio. Attorno al 1945–1947 fonda a Providence la sua azienda, inizialmente chiamata Craftsman, poi Sample Art, e infine Gem-Craft Inc., gestita insieme al fratello gemello Alfeo e, più tardi, al figlio Ron.

Gem-Craft produce:

  • linee firmate “Craft” o “Gene Verri”,
  • vaste collezioni private label per grandi nomi della moda e della bigiotteria come Oscar de la Renta, Kenneth Jay Lane, Capri, R. Mandle, Tancer, Kramer, Cadoro.
  • Tutto viene realizzato in Rhode Island, nel cuore del distretto americano della bigiotteria, e Gem-Craft resterà un’azienda familiare per tre generazioni.

Stile e caratteristiche dei gioielli Verrecchia

Sia nelle creazioni per Coro sia in quelle per Gem-Craft, la mano di Verrecchia si riconosce per alcune costanti:

  • Gusto scultoreo: volumi bombati, superfici metalliche modellate come piccole sculture da indossare.
  • Uso teatrale del colore: smalti intensi, strass multicolore, abbinamenti decisi (verde bosco, rosso rubino, blu zaffiro) su basi dorate o argentate.
  • Motivi naturali in chiave moderna: fiori, foglie, uccelli esotici, ma stilizzati, con un sapore quasi Art Déco che evolve verso il mid-century.
  • Sperimentazione meccanica: trembler, Duette, elementi mobili o componibili che rendono il gioiello dinamico, quasi “vivo”.

Rispetto ad altri grandi nomi della costume jewelry, Verrecchia unisce una forte sensibilità europea (radici italiane, formazione artistica rigorosa) a una perfetta comprensione del gusto americano degli anni Trenta-Cinquanta: bijoux vistosi, luminosi, pensati per accompagnare la moda del cinema e dei grandi magazzini.

Il riconoscimento tardivo e l’eredità nel collezionismo

Per gran parte del Novecento, il nome di Verrecchia rimane nell’ombra: le sue creazioni sono firmate Coro, Craft, Gem-Craft, o dal nome dello stilista per cui lavora. Solo dagli anni Novanta in poi, grazie a libri, archivi e siti dedicati alla costume jewelry, i collezionisti iniziano a ricostruire la sua figura come singolo designer e a collegare brevetti, campagne pubblicitarie e linee di gioielli al suo nome.

Oggi Gene Verri/Guido Verrecchia è considerato:

  • uno dei massimi designer di bigiotteria del XX secolo,
  • l’artefice di molte tra le linee più ricercate di Coro,
  • il fondatore di una maison, Gem-Craft, che ha continuato a produrre gioielli fino al XXI secolo.

Le sue opere – soprattutto Duette, trembler floreali, grandi collier smaltati – sono molto ambite nel mercato del vintage. I pezzi in condizioni eccellenti, con smalti intatti e strass completi, possono raggiungere cifre importanti rispetto alla bigiotteria coeva, proprio per la combinazione di qualità costruttiva, invenzione tecnica e valore storico.

Come riconoscere un gioiello legato a Verrecchia

Per chi colleziona o vende gioielli d’epoca, alcuni indizi aiutano ad attribuire un pezzo al suo universo creativo:

  • Marchi come Coro, Corocraft, Craft, Gem-Craft, talvolta accompagnati da copyright dopo la fine degli anni Settanta.
  • Presenza di sistemi Duette, trembler o meccanismi particolari.
  • Stile floreale molto strutturato, con petali bombati, pavé fittissimi e smalti lucidi a contrasto.

Anche quando il suo nome non compare, si può dire che la “firma” di Verrecchia sia nello stile: un modo di intendere la bigiotteria come gioiello teatrale, complesso, studiato nei dettagli, che trascende il semplice accessorio per avvicinarsi al mondo dell’alta gioielleria.